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APPROFONDIMENTI

Come dimensionare un impianto ad aria condizionata?

In questo articolo spiegheremo come si dimensiona un impianto ad aria condizionata per quasi tutte le applicazioni residenziali e per piccoli locali commerciali o ad uffici, seguendo alcuni passi.

Anche se può sembrare un po’ complicato, ti ricordiamo che nella home page di questo sito puoi trovare il configuratore di Clima Expert che ti consentirà di progettare il tuo impianto rispettando tutte le considerazioni che andremo a vedere nei paragrafi successivi.

Iniziamo quindi dai primi passi.

Determinare la classe energetica dell’immobile

Per poter dimensionare correttamente un impianto ad aria condizionata, è necessario sapere la classe energetica dell’immobile da climatizzare, per meglio comprendere il fabbisogno energetico durante le stagioni estiva e invernale.

Questo dato è facilmente reperibile dal cosiddetto attestato di prestazione energetica (APE) che da alcuni anni è obbligatorio avere per ogni immobile oggetto di compravendita o affitto. In questo documento, un tecnico certificato calcola in funzione della zona climatica e delle caratteristiche dell’edificio quanta energia sarà necessaria per riscaldare l’immobile in inverno o raffrescarlo in estate.

Come potrai immaginare, gli edifici costruiti più di recente avranno un maggiore livello di isolamento termico, poiché vengono impiegati materiali e tecniche costruttive più avanzate. Ugualmente, anche gli impianti di riscaldamento e raffrescamento saranno più tecnologici e quindi più efficienti.

Anche la zona climatica influisce sulla classe energetica, in quanto gli immobili situati in territori più miti avranno un minor fabbisogno energetico.

Tenendo conto di questi dati, l’immobile viene perciò classificato secondo una scala che va da A+ fino a G.

scala classi energetiche

Se non sei sicuro della classe energetica, il calcolatore ti consente comunque di procedere al dimensionamento inserendo semplicemente il comune e le condizioni dell’immobile (nuova costruzione, ristrutturato, età superiore a 10 anni ecc).

In funzione della classe energetica, viene infine stimato il carico termico unitario da soddisfare. E’ un calcolo piuttosto complicato che viene solitamente fatto da professionisti del settore, ma possiamo considerarlo compreso tra i 15 e i 45 W/mc (watt al metro cubo).

Individuare il numero delle stanze e il periodo di maggiore utilizzo

Questa è forse la fase più semplice dell’intero processo, ma anche una delle più importanti, ossia decidere quanti e quali sono i locali che andranno climatizzati. Potremo ad esempio avere un soggiorno con cucina a vista e due stanze da letto, pertanto opteremo per l’acquisto di un trialsplit, costituito quindi da un’unità esterna e tre unità interne. Per maggiori approfondimenti, leggi anche: cos’è il condizionatore e come funziona.

Sappiamo inoltre di voler utilizzare maggiormente l’unità interna del soggiorno durante le ore diurne, mentre quelle delle camere nelle ore notturne.

Come vedremo in seguito, questa distinzione ci permetterà di individuare l’unità esterna più corretta, tenendo in considerazione che non tutte le unità interne funzioneranno contemporaneamente alla massima potenza.

Calcolare il volume e il carico termico di ogni stanza

Il carico termico di ogni stanza viene calcolato semplicemente moltiplicando il carico unitario per il volume della stanza.

Riprendendo l’esempio del paragrafo precedente, e considerando un carico unitario di 30 W/mc, possiamo sintetizzare il calcolo come segue:

  • Soggiorno + cucina: superficie 30 mq, altezza 3 m → 2700 W
  • Camera 1: superficie 22 mq, altezza 3 m → 1980 W
  • Camera 2: superficie 17 mq, altezza 2.7 m → 1377 W

Selezionare la taglia delle unità interne

A questo punto possiamo scegliere l’unità interna più adatta per ogni locale da climatizzare. In commercio si trovano diverse tipologie di unità interne, ciascuna avente diverse taglie di potenza.

Prendiamo ad esempio le classiche unità a parete, le più utilizzate in ambito residenziale; generalmente vengono proposte con queste taglie, indicanti la loro capacità termica (o potenza) espressa in BTU/h (british thermal units all’ora), oppure in watt (o meglio ancora in kilowatt, dividendo i watt per mille):

  • 7000 BTU/h → 2100 W
  • 9000 BTU/h → 2500 W
  • 12000 BTU/h → 3500 W
  • 18000 BTU/h → 5000 W
  • 24000 BTU/h → 6600 W

Pertanto, per il nostro caso studio dovremo scegliere un’unità da 12000 BTU/h per il soggiorno e due da 7000 BTU/h per le due camere da letto, così da avere sempre una capacità maggiore rispetto al carico termico richiesto.

Dimensionare l’unità esterna

Ora passiamo alla fase finale, che è anche la più complicata: scegliere la corretta unità esterna.

Innanzitutto consideriamo quante unità interne dobbiamo collegare, in questo caso tre, perciò dovremo orientarci su una macchina che abbia almeno tre attacchi per le tubazioni di mandata e tre per quelle di ritorno.

Successivamente dobbiamo calcolare la capacità minima richiesta. Sappiamo che il nostro impianto avrà una capacità totale di 26000 BTU/h (12000+7000+7000), tuttavia è assai improbabile che le unità interne funzionino sempre alla massima potenza nello stesso momento, perciò possiamo considerare un certo coefficiente di contemporaneità.

Non disperare, facciamo subito un esempio: sapendo che la zona giorno e la zona notte avranno funzionamenti più o meno alternati, possiamo dimensionare l’unità esterna in modo da essere sufficiente solo per la zona di maggiore capacità o poco più, in questo caso la zona notte con le due camere da 14000 BTU/h totali.

Per ovvie ragioni di sicurezza, ci terremo un po’ più larghi in caso di “picchi” di funzionamento (ad esempio, in giornate particolarmente afose quando appena rientrati in casa vogliamo avere tutti gli ambienti raffrescati in breve tempo); optiamo perciò un’esterna con capacità pari al 75% del totale delle unità interne, ossia 26000 x 0.75 = 19500 BTU/h.

A questo punto, possiamo riassumere le componenti dell’impianto che abbiamo dimensionato:

  • • una unità esterna con minimo 3 attacchi e 19500 BTU/h
  • • una unità interna da 12000 BTU/h
  • • due unità interne da 7000 BTU/h

Chiaramente, non sempre troveremo un’unità esterna con le caratteristiche perfettamente uguali a quelle minime richieste, pertanto potrebbe essere necessario prendere una macchina multisplit con un numero di attacchi maggiore del necessario, tenendone alcuni inutilizzati, così da coprire perfettamente il carico termico richiesto; o viceversa un’esterna di capacità più alta per garantire il minimo numero di attacchi.

Ad ogni modo, ogni azienda produttrice rilascia insieme ai suoi prodotti una scheda tecnica contenente una tabella di configurazione, utile ad abbinare correttamente unità interne ed esterna.

Per concludere, speriamo di aver chiarito tutti i tuoi dubbi su come dimensionare un impianto ad aria condizionata, ma ti ricordiamo che è sempre meglio rivolgersi a tecnici esperti o usare il configuratore di Clima Expert per evitare di commettere errori.

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